Articolo di: Adriano Forgione
Durante il mio ultimo
viaggio in Egitto ho scoperto alcuni particolari sfuggiti ai miei colleghi
italiani e stranieri in grado di sovvertire la storia della navigazione.
Secondo la versione ufficiale della storia, prima dell’arrivo di Colombo in
America, nessuno era a conoscenza dell’esistenza del continente americano e le
civiltà che si svilupparono prima del 1492 vissero in un “beato” isolazionismo
ignare di grandi culture che sorgevano e collassavano sul suolo del continente
oltreoceano. Esiste una versione alternativa però, definita Diffusionismo, che
sostiene che le civiltà del Vecchio Mondo, già in antico sapevano dell’America,
e con le sue civiltà commerciavano beni e scambiavano conoscenza. Esistono una
serie di indizi archeologici e storici interessanti a sostegno che l’America
fosse conosciuta prima di Colombo ma oggi possiamo avanzare l’ipotesi che già
gli antichi egizi ebbero rapporti commerciali con l’America (forse vi giunsero
con le loro navi, oppure ricevettero merci portate da altri popoli che avevano
rapporti con i pre-colombiani). Tali indizi sono molto consistenti e li ho
personalmente individuati tra reperti ufficiali conservati al Museo del Cairo.
Nella sezione del museo destinata al periodo amarniano e al faraone Akhenaton
vi è una teca con piccoli oggetti in faience trovati nelle tombe amarniane
(1352-1295 a.C.). Alcuni sono certamente delle pigne ma due piccoli oggetti di
colore verde, lunghi solo un paio di centimentri, riportano un lungo ciuffo di
colore scuro. È chiaro e lampante che si tratti di ANANAS, in quanto le pigne
non presentano tale ciuffo essendo un frutto di alberi di conifere e non un
frutto di una pianta grassa che è originaria del Sud-America e portata in
Europa ufficialmente solo dopo Cristoforo Colombo. Inoltre si osservi la
direzione delle “scaglie”. In una pigna queste puntano verso il basso e ciò è
ben riprodotto anche nelle pigne di faience egizie poste nella bacheca.
Nell'ananas le scaglie puntano naturalmente verso l’alto e questo è quanto si
vede dai due piccoli ananas di faience egiziani (ve ne è forse un terzo,
più grande, anch'esso di colore verde ma sembra aver perso il ciuffo). Il
colore verde è naturale per gli anans colti acerbi. Dunque, cosa ci fanno degli
ananas in Egitto se le culture d’Egitto e del Sud-America mai vennero
ufficialmente a contatto?
L’unica risposta è che, per riprodurli così fedelmente, gli egiziani del periodo amarniano dovevano per forza di cose conoscere questo frutto, o per commerci diretti o indiretti. Nel secondo caso, qualcuno in America dovette comunque andarci per portarli con sé in Africa, dunque questi due ananas provano al di là di ogni ragionevole dubbio che l’America fu scoperta molto prima di Colombo. Furono gli egiziani? Non lo sappiamo ma questi reperti risalgono a circa 1300 anni prima di Cristo e sono osservabili oggi al Museo del Cairo.
L’unica risposta è che, per riprodurli così fedelmente, gli egiziani del periodo amarniano dovevano per forza di cose conoscere questo frutto, o per commerci diretti o indiretti. Nel secondo caso, qualcuno in America dovette comunque andarci per portarli con sé in Africa, dunque questi due ananas provano al di là di ogni ragionevole dubbio che l’America fu scoperta molto prima di Colombo. Furono gli egiziani? Non lo sappiamo ma questi reperti risalgono a circa 1300 anni prima di Cristo e sono osservabili oggi al Museo del Cairo.
L’unica risposta è che, per
riprodurli così fedelmente, gli egiziani del periodo amarniano dovevano per
forza di cose conoscere questo frutto, o per commerci diretti o indiretti. Nel
secondo caso, qualcuno in America dovette comunque andarci per portarli con sé
in Africa, dunque questi due ananas provano al di là di ogni ragionevole dubbio
che l’America fu scoperta molto prima di Colombo. Furono gli egiziani? Non lo
sappiamo ma questi reperti risalgono a circa 1300 anni prima di Cristo e sono
osservabili oggi al Museo del Cairo.
Un altro indizio è dato da
alcune pannocchie di mais che, personalmente, credo di aver individuato tra i
rilievi del tempio di Ramses II ad Abydo. Sulla parete interna destra del muro
di cinta il dio del Nilo Api porta delle offerte. Due rilievi, uno successivo
all’altro mi permettono di discutere la presenza di questa pianta americana da
coltivazione tra gli egizi. Infatti in un rilievo Api porta dei pani, fichi,
melograni, anatre e uva. Non c’è alcun dubbio che si tratti di uva. In quello
successivo le offerte sono le stesse ma stavolta l’uva è stata sostituita da
qualcosa di più allungato che di certo non è uva, né si tratta di pigne. Credo,
anche se sono meno sicuro rispetto agli ananas del Museo del Cairo, che si
tratti di mais. Sembra di ravvisarvi anche una delle classiche foglie allungate
che ricoprono la spiga in quella a sinistra dell’immagine. L’uva, inoltre, come
si evince dallo stesso bassorilievo posto di fianco sullo stesso muro, ha ben
altro aspetto, molto più riconoscibile.
L'Uva è ben riconoscibile
tra le offerte del dio Api (Tempio di Ramses II- Abydo - Foto © Adriano
Forgione)
Nel pannello successivo l'uva è sostituita dal mais (Tempio di Ramses II
- Abydo - Foto © Adriano Forgione)
Dunque , chi porto ananas e
mais in Egitto se mai queste culture vennero a contatto? La risposta è solo
una, non solo la storia della navigazione va riscritta, ma è l'intera storia
della civiltà a dover essere oggetto di revisione.