Recentemente sono state
scattate delle foto di una località nei pressi di Pontassieve in Toscana, In un
posto nel quale si giunge da Firenze prendendo la provinciale per Rosano. Guardando dal lato destro della strada quando
manca circa un chilometro per Pontassieve si possono vedere tre strane colline di
forma piramidale, le quali sono in scala differente, proprio come le
celeberrime piramidi egiziane nella piana di Giza. Alcuni esperti interessati a
verificare il punto di vista da cui sono state fatte le fotografie, si
sono recati sul posto per rendersi conto di come stavano le cose.
Intanto hanno scoperto che
nel mondo vengono spesso segnalate possibili strutture piramidali: ad esempio,
in Cina si è pensato a una possibile origine architettonica di alcune colline a
forma di piramide, così come in territorio bosniaco. Recentemente, un articolo
della Pravda,
parlava di come fossero state scoperte delle piramidi, simili a quelle in
Egitto, nella zona di Lugansk, nell’attuale Ucraina dove, secondo alcuni,
viveva una civiltà molto sviluppata, all’incirca nel III millennio a.C. L’unica
piramide verificabile sul territorio italiano sembrerebbe la piramide
Cestia di Roma, all’interno della quale qualcuno dice avvengano fenomeni
stranissimi e inspiegabili, come l’apparizione di una specie di nebbia verde.
Tornando a Pontassieve, e
alla zona segnalata dalle foto numerosi reperti archeologici mostrano come essa
fu dominata dagli etruschi in un uogo di importanza strategica costituito
dalla confluenza dell’Arno con il Sieve. Alla ricerca delle radici nel tempo
del termine “Mugello” (la zona in cui si trova Pontassieve) è uscito fuori che,
precedentemente agli etruschi, nei pressi dell’attuale cittadina si era
sviluppata una civiltà antecedente, quella di una popolazione chiamata dei Ligures
Mugelli (o Magelli), stanziata in un luogo dai confini non sempre precisi.
Cercando nella
documentazione sul misterioso popolo dei Mugelli, venne alla luce come nella
vicina Bilancino (Barberino di Mugello) erano stati condotti scavi in un’area
destinata a un lago artificiale, che avevano fatto rinvenire resti di un
accampamento abitato dai cacciatori del Paleolitico superiore 25.000 anni fa,
in un periodo dove, come indicato dall’analisi del carbone e dell’origine delle
infiorescenze, vi erano praterie con scarsa presenza di alberi (proprio quelli
che, invece, coprono attualmente le colline piramidali) e territori paludosi
vicino a quell’accampamento. Quest’ultimo si trovava presso il fiume Sieve, ai
piedi di una collina nei pressi della quale sono venute alla luce tracce di
officine per lavorare e scheggiare la selce e il diaspro. Questo tipo di
lavorazione è riconducibile alla fase culturale del Gravettiano a bulini, la
quale si è sviluppata sopratutto nella zona di Noailles, in Francia, e finora
non aveva trovato corrispettivi in territorio italiano.
Nella zona di Pontassieve
esisteva, quindi, una comunità umana fin dal Paleolitico ed è
possibile che, successivamente, vi possano essere state reperite tracce di
manufatti, e anche di strutture architettoniche della stessa epoca di
quelle mediorientali ed egiziane. Le popolazioni più antiche del territorio
italiano, come i celti e gli etruschi, avevano riti molto complessi, che
prevedevano la realizzazione di locali sotterranei per i defunti, ma era a loro
totalmente estraneo un tipo di culto che prevedeva l’edificazione di piramidi.
La civiltà che è coinvolta nella costruzione delle piramidi nel Mugello è
qualcosa di precedente ai celti e agli etruschi, e può essere collegata a
coloro i quali realizzarono le piramidi
di Montevecchia, nella valle del Curone, in provincia di Lecco.
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